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martedì 29 aprile 2014

La Papaya: il dolce frutto anti-aging


La papaya, nome botanico Carica Papaya, è una pianta autoctona dell'America centrale, alta 3-10 metri, coltivata oggi in quasi tutte le aree tropicali e subtropicali. Il frutto esotico si presenta con un colore variabile tra giallo-verde se acerbo e giallo-arancio se maturo, ricca di semini neri ricoperti da mucillagine.Oggi viene coltivata in 50 specie differenti  e ha nomi diversi indicati dalla varie popolazioni del mondo.
Simile nell'aspetto alle palme, è percorso da numerosi canali laticiferi e il suo frutto può arrivare a pesare anche fino a 10 kg.
Le prime notizie sulla papaya risalgono al 1519 quando, con la conquista del Messico da parte di Hernàn Cortès, gli aztechi invitarono i conquistatori spagnoli  a mangiare il frutto. 
I grandi esploratori come Cristoforo Colombo, Marco Polo, Vasco da Gama e Magellano, al ritorno delle loro spedizioni, riferirono dell'uso della papaya presso le popolazioni indigene conosciute. Marco Polo in particolare, verificò l'utilità del frutto contro lo scorbuto, malattia causata dalla carenza di vitamina C, che spesso colpiva i naviganti, i quali, lontani da casa per svariati mesi, non potevano nutrirsi in modo adeguato. 
La papaya non è solo un frutto delizioso e sano, ma ogni parte della pianta, semi, corteccia, polpa, radici e buccia sembrerebbe avere proprietà medicinali. E' infatti considerato un ottimo nutraceutico coadiuvante in varie terapie, da quelle oncologiche a quelle immunostimolanti.
Le sue proprietà benefiche sono dovute ad un enzima proteolitico, la papaina, l'analogo vegetale della pepsina umana, che migliora la digestione e aiuta a scomporre più velocemente le proteine. A differenza della pepsina, che per espletare la propria funzione richiede la presenza di acido cloridrico, la papaina è attiva anche in ambiente neutro o basico.
Allevia così il lavoro del fegato e riduce la produzione di metaboliti, cioè quelle sostanze parzialmente digerite che rallentano il transito intestinale.
Una ricerca degli studenti dell'ultimo anno del BS, Agriculture and Agribusiness Department dell'Università di Karachi, in Pakistan, diretta dai dottori Mariam Naseem e Muhammed Karam Nasir, si è focalizzata sulle proprietà dei semi di papaya, ricchi di flavonoidi e polifenoli, potenti antiossidanti capaci di proteggere da infezioni e batteri. Secondo gli autori, come riportato al Pakistan Daily Times, la papaya stimolerebbe lo smaltimento e l'eliminazione delle sostanze di scarto, effettuando una sorta di pulizia dell'intestino, riscoprendo così le sue proprietà antielmintiche. In Nigeria, infatti, è stato possibile liberare il 76,7% dei bambini da vermi e batteri nocivi intestinali.
Il frutto, oltre ad essere una miniera di  vitamina C, contiene selenio, acido folico, minerali biocatalizzatori come magnesio, potassio e calcio, provitamina A e soprattutto carotenoidi, come licopene e β-criptoxantina, che insieme gli altri antiossidanti, proteggono le cellule dai radicali liberi, responsabili dell'invecchiamento cellulare e di molte malattie degenerative. La combinazione di tutte queste sostanze benefiche, secondo gli autori, sono una miscela perfetta per perdere peso, riattivando il metabolismo, controllare malattie come il diabete, cancro e ipertensione, ridurre il rischio di malattie cardiache, grazie ai flavonoidi che, regolando la permeabilità dei vasi sanguigni, favoriscono il corretto funzionamento del microcircolo e quindi del sistema cardiaco e sanguigno generale, ridurre i problemi oculari, migliorare la fertilità nell'uomo e nella donna e addirittura proteggere i fumatori dall'enfisema polmonare.
Nota è la papaia fermentata (FPP), un integratore anti-aging, usato da almeno 20 anni in Giappone, promosso oggi dal premio Nobel Luc Montagnier. Si ottiene dalla polverizzazione della papaya lungamente sottoposta al fermentazione microbica. La fermentazione microbica del frutto ne potenzierebbe le proprietà antiossidanti e immunomodulanti. Sebbene moltissime persone abbiano tratto giovamento dall'uso costante di questo prodotto naturale, soprattutto nei pazienti diabetici, la comunità scientifica rimane dubbiosa, non esistendo,in realtà, nessuna prova che dimostri una reale efficacia in merito alle malattie degenerative. Sembrerebbe, in realtà, che una ricerca condotta presso l'Università di Perugia, ricerca comparsa su Int J Food Sci Nutr, mostrerebbe la papaya fermentata, tra gli altri potenti antiossidanti, quella con attività più bassa.

Fonti: www.ecoo.it
          www.Albanesi.it

Foto di Jar

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