L'olio di palma è un tipo di olio vegetale che deriva dal frutto che cresce sulle palme da olio, alberi originari dell' Africa Occidentale ma che è possibile trovare ovunque ci sia un clima caldo con precipitazioni abbondanti. Al giorno d'oggi l'olio di palma viene esportato principalmente da Indonesia e Malesia, ma la maggior parte delle volte non utilizzando misure eco-sostenibili. Ogni frutto contiene il 50 % di olio di palma mentre l'80% deriva dai semi di palmisto e sono coltivazioni che richiedono dieci volte in meno la terra che altre colture, usate per esempio dai produttori di carburante, richiederebbero.Vaste aree di foresta pluviale incontaminata vengono tagliate e bruciate per far spazio alle piantagioni di palme e nel processo vengono uccisi moltissimi oranghi e animali selvatici. Questa deforestazione su larga scala spinge gli oranghi verso l' estinzione, insieme a molte altre specie native del Borneo e Sumatra.
A quanto
pare sono soprattutto le grosse compagnie a pagare le popolazioni del luogo per
disfarsi degli animali. Nota è la storia di Aan, un Orango femmina di 15 anni, trovato
in fin di vita in una piantagione di olio di palma del Borneo, salvato dalla
fondazione inglese Orangutan Foundation e dall'agenzia indonesiana per la
conservazione della specie. Gli son stati rimossi 37 pallini dal cranio e 67 da
tutto il resto del corpo, ha perso un occhio e ha l' udito compromesso eppure
tuttavia è viva.
Ma dove è contenuto l'olio di palma?
Il tuo shampoo. il tuo
detersivo, il tuo rossetto, la tua margarina, le tue fette biscottate,
contengono olio di palma. La produzione mondiale di biocarburanti contiene olio
di palma e se pensate che la produzione di olii vegetali in tutto il mondo è di
circa 144 tonnellate di cui 47 sono di olio di palma potete rendervi conto di
quanto questo processo si sia sviluppato rapidamente negli ultimi
decenni. L'olio di palma è infatti estremamente popolare: lo troviamo sia nei
prodotti dell'industria alimentare che in quella cosmetica; si trova nei
prodotti da forno, sia salati che dolci, che abbiano o meno la denominazione bio,
ed è addirittura presente in alcuni prodotti surgelati. Non esistendo poi, in
alcuni paesi, un'etichettatura obbligatoria per l'olio di palma, le grandi case
produttrici si nascondono sotto il nome più generico di "olio
vegetale".
Il fatto che alcuni prodotti
siano bio o cruelty-free non significa che non ne contengano, perché in realtà
l'olio di palma è un ingrediente molto naturale. E' il modo in cui viene
prodotto che è tutt'altro che naturale!
Considerando che 30 anni fa
l'olio di palma era quasi sconosciuto qui in Occidente, che bisogno abbiamo noi
oggi di questo ingrediente? Se a dare una risposta decisa a questa domanda non
basta l'uccisione degli Oranghi, consideriamo l'impatto ambientale che ha la
sua produzione nel nostro mondo...perché il mondo è di tutti non lo sapevate?
Prendiamo il biodiesel, il
biocarburante ottenuto dal'olio di palma, che è stato bandito dalla U.S. Environmental Protection Agency come non
ecologico, in quanto la sua produzione è causa di emissioni di anidride
carbonica superiori a quanto consentito affinché un biocarburante venga
considerato realmente "pulito", oltre che per via degli ingenti
costi ambientali legati alla sua produzione.
La coltivazione
di palme da olio, come abbiamo già accennato, sta infatti prendendo
piede sottraendo terreno a foreste dal valore inestimabile,
comprese antiche foreste pluviali caratterizzate dalla presenza di
ecosistemi irripetibili al mondo. La
monocultura di palme da olio può produrre importanti emissioni di
carbonio; in Indonesia e Papua Nuova Guinea, per esempio, il terreno per la
coltivazione è stato preparato spesso drenando e dando alle fiamme aree di
foresta palustre e torbiera, con un conseguente rilevante danno ambientale, ed
è stato valutato che anche in seguito a questi fenomeni l' Indonesia sia
diventata il terzo emettitore mondiale di gas serra.
Non vi basta? Bene allora se
il mondo non vi sembra vostro..almeno la vostra salute si.
L'olio di palma è
particolarmente ricco di acidi grassi saturi tanto da risultare semi-solido a
temperatura ambiente.Tali acidi, secondo il parere scientifico rilasciato dal
Consiglio Superiore della Sanità belga, sarebbero responsabili della formazione
di pericolose placche sulle pareti delle arterie. Il 40 % di questi acidi
grassi saturi sono chiamati " aterogeni" ( che possono indurre
l'aterosclerosi), sono dannosi per la salute, compreso l'aumento del rischio di
incidenti cardiovascolari.
Detto questo e considerando
che da dicembre 2014 un cambiamento della legislazione europea obbligherà
l'industria alimentare ad indicare l'origine dell'olio utilizzato, la scelta
rimane ai consumatori. Siamo in un paese come l'Italia che ha come prodotto il
buon olio di oliva, che è stato sostituito da altri olii decisamente meno
costosi ma dannosi da tutti i punti di vista.
Noi
possiamo scegliere, gli Oranghi no.
Fonti
www.greenme.it
www.campagneperglianimali.org
Fonti
www.greenme.it
www.campagneperglianimali.org
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